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Visualizzazione dei post da marzo, 2018

Il trionfo di Gesù

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è l'amore, e il suo regno.  Che cosa significa il tuo ingresso trionfale a Gerusalemme? Quanti equivoci, quante ambiguità, quante sofferenze ci sono in questo tuo ingresso nella città "scelta da Dio" come sua abitazione? Quindi nella città dove si concentra anche il maggior tasso di inferno, cioè di male umano lanciato contro Dio e il suo bisogno e desiderio di amarci. Ascoltiamo Marco che ci parla di te. Mc 11,1-10 " Quando furono vicini a Gerusalemme, verso Bètfage e Betània, presso il monte degli Ulivi, Gesù mandò due dei suoi discepoli e disse loro: «Andate nel villaggio di fronte a voi e subito, entrando in esso, troverete un puledro legato, sul quale nessuno è ancora salito. Slegatelo e portatelo qui. E se qualcuno vi dirà: “Perché fate questo?”, rispondete: “Il Signore ne ha bisogno, ma lo rimanderà qui subito”». Andarono e trovarono un puledro legato vicino a una porta, fuori sulla strada, e lo slegarono. Alcuni dei presenti dissero loro: «Pe

il giudizio del mondo è la libertà,

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  umile, di D** Amante. Dove bisogna andare, per seguirti, Gesù e “stare dove sei tu”? Che cosa bisogna essere per essere « perfetti come è perfetto il Padre vostro celeste » (Mt 5,48), come ci inviti da qualche altra parte e qui sembri ricordare. Infatti, in questo brano, Gesù, tu sembri non dare indicazioni concrete. Invece sei pieno di indicazioni, perché sei pieno d’amore per noi. Gv 12,20-23 “ T ra quelli che erano saliti [a Gerusalemme] per il culto durante la festa c’erano anche alcuni Greci. Questi si avvicinarono a Filippo, che era di Betsàida di Galilea, e gli domandarono: «Signore, vogliamo vedere Gesù». Filippo andò a dirlo ad Andrea, e poi Andrea e Filippo andarono a dirlo a Gesù. Gesù rispose loro: «È venuta l’ora che il Figlio dell’uomo sia glorificato. In verità, in verità io vi dico: se il chicco di grano, caduto in terra, non muore, rimane solo; se invece muore, produce molto frutto. Chi ama la propria vita, la perde e chi odia

"Redentore", ovvero Amarmi,

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per farmi vivere nel tuo amore. Quello che fai, Gesù, non è un messaggio di cui sei il portatore innocente, o inconsapevole.  Tu porti te stesso, e il solo tuo messaggio sei tu. E tu sei il mio redentore.   Ma mi redimi in modo strano, Gesù. Tu non sei una grande azione, oggettiva e potente, come un temporale o una larga calma di brezza sul mare.  Tu non sei l'azione arbitraria e violenta di chi guida masse enormi di persone dentro la storia e la morte. Tu sei l'agire libero di quell'amare feroce che sembra trascurabile ed invece è l'unico che ha peso, tu sei  la presenza lieve del cuore che c'è ma non si deve sentire. Sei il vento che si muove tra le foglie, e poi corre a ingarbugliare i capelli di una donna; sei un filare d'erba che trema e s'inzuppa sotto i colpi dell'acqua e resiste e cresce; sei l'usignolo che canta la notte e l'allodola che stride l'arrivo dell'alba, sei lo scricciolo che si rallegra ogni giorno de

Il senso della preghiera

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per Gesù di Nazareth, e per D** suo Padre. Quanto ci illudiamo di pregare, Gesù mio.   Son partito in questo viaggio con te con alcune convinzioni precise sulla preghiera.  La più importante era che, con la preghiera, si tratta di una richiesta. L'umano fa una richiesta al divino, affinchè il divino rimedi e aiuti la sua debolezza. Anche prima di partire insieme, Gesù mio, ti sei curato di smentire questa teoria. In questi dieci anni ho accettato - e quanto faticosamente tu lo sai, amore mio - che la preghiera è innanzitutto ascolto e, quindi, silenzio da parte mia.  Mi devo mettere da parte, come il tuo amore Giovanni di Zebedeo si mette da parte quando scrive il tuo Vangelo, e così si confonde con lo Spirito. Cioè con te. Perchè questo ascolto che è preghiera non è quello del soldato verso il suo superiore, ma quello dell'amante con l'amata o con l'amato, e mentre si amano. È l'ascolto dell'amore che viene fatto. Adesso mi metti davanti a questo