L'attesa dello Sposo è ...

 ... il regno dei cieli.

Non il tuo arrivo in quanto tale, dunque, Gesù mio, ma soltanto l'attesa consapevole del tuo arrivo. E paziente.
Perché nessuno sa quando ritornerai, Gesù; solo D**, che tu chiami Padre, lo sa.

Questa parabola è tutta concentrata sull'attesa.
Ci sono dieci ragazze, amiche della sposa, che sono state incaricate di aspettare lo sposo, per accoglierlo nella casa della sposa, la loro amica. Lo sposo deve arrivare per prendersi la giovane donna insieme alla quale fare la vita nell'amore, e arriverà di sicuro, ma nessuno sa quando. Queste dieci ragazze aspettano questo sposo, che può tardare, e con buone ragioni. Quindi le ragazze si dispongono ad aspettarlo.

C'è una differenza tra le ragazze: cinque di loro sono imprudenti, stolte, e cinque, invece, sono prudenti, attente.
Questa differenza significa che cinque sono attente al compito che hanno avuto: accogliere lo sposo in nome della loro amica. Per questo si portano l'olio di riserva. Non hanno alcuna ragione per pensare che lo sposo arriva prima, piuttosto che dopo. Quindi si portano appresso l'olio. Un fastidio, certo, ma anche un segno di attenzione al loro compito.
Le altre cinque no, loro sono imprudenti, folli. Stolte.
Che cosa esse pensino o prevedano non sappiamo, ma non è importante: la cosa sicura è che non stanno attente al compito che hanno avuto e pensano sia una cosa veloce, da trattare con un poco di indifferenza.

Tutto il dramma del regno dei cieli si gioca in questa differenza. Avere, o non avere, l'olio per la lampada, in modo che sia accesa quando arriva lo Sposo. Cioè tu, Gesù Amore.

Ascoltiamoti.

 Mt 25,1-13

«Il regno dei cieli sarà simile a dieci vergini che presero le loro lampade e uscirono incontro allo sposo. Cinque di esse erano stolte e cinque sagge; le stolte presero le loro lampade, ma non presero con sé l’olio; le sagge invece, insieme alle loro lampade, presero anche l’olio in piccoli vasi. Poiché lo sposo tardava, si assopirono tutte e si addormentarono.
A mezzanotte si alzò un grido: “Ecco lo sposo! Andategli incontro!”. Allora tutte quelle vergini si destarono e prepararono le loro lampade. Le stolte dissero alle sagge: “Dateci un po’ del vostro olio, perché le nostre lampade si spengono”. Le sagge risposero: “No, perché non venga a mancare a noi e a voi; andate piuttosto dai venditori e compratevene”.
Ora, mentre quelle andavano a comprare l’olio, arrivò lo sposo e le vergini che erano pronte entrarono con lui alle nozze, e la porta fu chiusa. Più tardi arrivarono anche le altre vergini e incominciarono a dire: “Signore, signore, aprici!”. Ma egli rispose: “In verità io vi dico: non vi conosco”.
Vegliate dunque, perché non sapete né il giorno né l’ora
».

 

La cosa che mi colpisce di più di questa parabola, Gesù, è che le ragazze prudenti non sono in condizione di aiutare le loro compagne insensate.
Chiaramente il possesso dell'olio non è una cosa che si possa dare, così. Perché può mancare per tutte. E nessuna sarebbe capace di aspettare lo sposo.

L'olio con cui tenere accesa la lampada è qualcosa che mi appartiene, ma che si consuma. Per questo devo avere sempre la riserva e devo essere sempre pronta ad acquistarne dai venditori. Perché la mia lampada resti sempre accesa, pronta ad accoglierti.

Che cos'è questo olio, così importante e impossibile da regalare?

Credo ci sia una sola risposta, Gesù mio.

La lampada è la fede. Va bene. Cioè la fiducia che tu prima o poi arrivi e che la nostra attesa sarà colmata di gioia. Ma l'olio per la lampada? che cos'è questo olio?

Non è alcuna dottrina etica, e neppure la saldezza di una qualche filosofia. Ma è l'amore. Già l'amore, il dono di sé e della propria vita alle persone diverse da me, al mio prossimo. L'amore è l'olio che tiene accesa la luce della fede, l'amore giustifica che noi siamo qui ad aspettarti, Sposo.

Questo amore che è un dono che viene da te, e non è qualcosa che è di nostra proprietà. Questo amore così disordinato e acceso da non sapersi contenere e così, magari, capace di bruciarsi tutto in una fiammata.
Questo amore così solido e forte da bruciare solo lentamente, per lunghissime notti, in modo da darci calore e vita.
Questo amore che non può essere regalato, perché non è nostro ma solo tuo, e che ci costringe a essere regalo d'amore.
Questo amore che ci divide dalle altre persone per metterci sole con te, e che ci mette uguali alle altre persone nelle notti del buio, dove è necessario avere riserve di olio perchè le lampade si spengono e la notte è dura da passare.

Questo amore che sei solo tu, Sposo Gesù; tu che lo incarni nei nostri corpi e ce lo fai sentire come un fuoco che non si si spegne, come una ferita che non si chiude mai.
Questo amore che sei solo tu, Amore, che ci abiti nelle carni e ce lo fai sentire così violento davanti a ogni carne che ci piace in questo mondo di sensi e sentimenti.

Questo amore indocile, che non può essere nè moderato nè calmato, ma deve essere lasciato bruciare e solo reso amico, domestico e familiare a te, alla tuo pazienza amante, alla tua attesa.

Gesù mio, Amico e Amante, che arrivi.

ciao r




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