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Visualizzazione dei post da dicembre, 2015

Il bambino che è nato

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Che cos'è il tuo Natale, Gesù?   Qualcuno dice che è come quello del sole, di cui pare che tu ricalchi il giorno. Quindi Sei tu trionfante che nasci per illuminarci tutte e tutti? Sei tu ricco di potenza che sorgi irresistibile per affrancarci, tutte e tutti, dalla schiavitù del freddo e delle tenebre? No. Il tuo Natale è molto più semplice. Infinitamente più complesso. Con te ci è stato dato un figlio, abbiamo un bambino. Ti riconosceremo dalle fasce in cui sei avvolto e dalla mangiatoia in cui giaci, dal fatto che contro il freddo hai solo calore animale a disposizione e a iniziare da quello di tua madre che ti accudisce e ti ama. Ne sapremo di più di te se andiamo ad ascoltare i più poveri tra noi, gli emarginati, i considerati stranieri e cattivi. Se chiediamo ai pastori, maledetti nella vita quotidiana in Israele e non solo, onorati solo nelle ipocrisie di scrittori del potere, da loro avremo narrazioni straordinarie di Angeli, Luci divine, Musiche splendide, Voc

Buon Natale a Gesù di Nazareth

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 Buon natale a te, Gesù, che non sei ancora nato ma ti stai preparando.   Lc 1,67-79 «Benedetto il Signore, Dio d’Israele, perché ha visitato e redento il suo popolo, e ha suscitato per noi un Salvatore potente nella casa di Davide, suo servo, come aveva detto per bocca dei suoi santi profeti d’un tempo: salvezza dai nostri nemici, e dalle mani di quanti ci odiano. Così egli ha concesso misericordia ai nostri padri e si è ricordato della sua santa alleanza, del giuramento fatto ad Abramo, nostro padre, di concederci, liberati dalle mani dei nemici, di servirlo senza timore, in santità e giustizia al suo cospetto, per tutti i nostri giorni. E tu, bambino, sarai chiamato profeta dell’Altissimo perché andrai innanzi al Signore a preparargli le strade, per dare al suo popolo la conoscenza della salvezza nella remissione dei suoi peccati. Grazie alla tenerezza e misericordia del nostro Dio, ci visiterà un sole che sorge dall’alto, per risplendere su quelli che

Sotto Natale.

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.... pare, Gesù amore, che sotto il tuo Natale siamo più buoni.   Pare, così si dice, ma non è dimostrato. Invece è vero che il ricordo della tua nascita si accompagna, sempre, alla speranza del tuo ritorno che si avvicina. Allora non siamo più buoni, ma sicuramente abbiamo più speranza e la speranza quando è un fuoco vivo ci rende capaci di amare. Ma che cosa significa "amare". Credo, amore mio, che significhi accettare la vita e il momento che viene. Accettare che la mia vita è solo un momento nel grande accadere in cui tutte e tutti siamo inseriti. Grande accadere che porta indelebile il segno delle tue attenzioni e del tuo amore. Allora, in questa speranza, amare significa essere consapevoli della propria vita e quindi del ruolo, delle cose, che dobbiamo fare. Amare è vivere i nostri lavori del e nel tempo in cui viviamo. Come dici tu, molto meglio di me. «Non dite voi: Ci sono ancora quattro mesi e poi viene la mietitura? Ecco, io vi dico: Levate i

Credere ...

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... alla Parola di D**, ma come Maria di Nazareth.   Maria crede alla Parola di D**, e con così tanta pienezza che ne resta gravida. Dopo, Maria è solo "attesa" e, insieme, nascita educazione ascolto accoglienza responsabilità. Forse come ogni donna che accetta di essere madre, ma certamente come una donna che si mette totalmente a rischio credendo a una Parola che per lei era rischiosa. Avere un figlio prima di suo marito e senza suo marito. Tuttavia Maria di Nazareth crede alla Parola di D**, sa nel suo cuore che quella Parola si realizzerà nella sua vita, e nella vita di ciascuna e ciascuno di noi. Per questa sua fede piena Maria di Nazareth è beata. Lc 1,39-45 "Maria si alzò e andò in fretta verso la regione montuosa, in una città di Giuda. Entrata nella casa di Zaccarìa, salutò Elisabetta. Appena Elisabetta ebbe udito il saluto di Maria, il bambino sussultò nel suo gremb

La strada, l'attesa ...

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... e il Messia arrivato, che arriva. Tu ci battezzi in Spirito e Fuoco. Non sembra, ma è così. Tu accendi un fuoco ogni volta nuovo di zecca e ogni volta sempre più divorante. E più il tuo fuoco s'accende e più diventa impossibile spegnerlo, e sempre più il tuo fuoco si diffonde e accende altri fuochi imprevedibili, piccoli o grandi non importa. Sempre attivi e pieni di frutti e di calore. Ma stavolta non sei tu a dirci queste cose, ma è Giovanni, quello che battezza, è lui che ci parla di te. Lc 3,10-18 "Le folle interrogavano Giovanni, dicendo: «Che cosa dobbiamo fare?». Rispondeva loro: «Chi ha due tuniche, ne dia a chi non ne ha, e chi ha da mangiare, faccia altrettanto». Vennero anche dei pubblicani a farsi battezzare e gli chiesero: «Maestro, che cosa dobbiamo fare?». Ed egli disse loro: «Non esigete nulla di più di quanto vi è stato fissato». Lo interrogavano anche alc

La voce e il deserto.

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Che cos'è "una voce nel deserto"? Di quale deserto si sta parlando? Perché grida? a chi grida? che cosa grida? Luca ci tiene a collocare storicamente Giovanni, a porre la sua azione in un preciso contesto storico, segnato dai nomi di re e governatori. Ma per chi viene Giovanni figlio di Zaccaria, vestito di peli di cammello? Viene solo per quel contesto storico, va soltanto a Erode tetrarca di Galilea? A Caifa sommo sacerdote? Da chi va Giovanni figlio di Zaccaria? Forse viene anche per noi, e forse urla la sua fame anche nei nostri deserti. Lc 3,1-6 "Nell’anno quindicesimo dell’impero di Tiberio Cesare, mentre Ponzio Pilato era governatore della Giudea, Erode tetràrca della Galilea, e Filippo, suo fratello, tetràrca dell’Iturèa e della Traconìtide, e Lisània tetràrca dell’Abilène, sotto i sommi sacerdoti Anna e Càifa, la parola di Dio venne su Giovanni, figlio di Zaccarìa, nel deserto. Egli percorse tutta la regione del Giordano, predicando u