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Visualizzazione dei post da gennaio, 2014
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"Terra di Zabulon e di Nèftali, Galilea delle genti" Ci sono molti incroci nella tua vita, Gesù mio, ma questo è - forse - il più importante. Vai a predicare in periferia, lontano dal centro, nell'aperto di quel buio in cui portavi la luce del tuo sguardo. E non è per farla risaltare meglio, ma è proprio perché la direzione della luce è il buio. La Galilea delle genti è il luogo da dove "niente di buono" arriva , è il luogo dove la norma non ha valore, dove la legge è beffata. Ma tu, nell'incrocio tra la terra di David e la terra delle tenebre non hai esitazioni. Lasci casa tua e scegli le tenebre, dove sai di trovare tanti spezzoni di luce, tanti frammenti di Dio seppelliti sotto la cenere. "Quando Gesù seppe che Giovanni era stato arrestato, si ritirò nella Galilea, lasciò Nàzaret e andò ad abitare a Cafàrnao, sulla riva del mare, nel territorio di Zàbulon e di Nèftali, perché si compisse ciò che era stato detto per mezzo del profet
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Se, in un normale giorno particolare dove un tutto di molti nulla – succede, nella fioritura dell'albero di limoni la profumata ricchezza di Dio sboccia bianca d'un misterioso rosa inappariscente; Se, dentro queste dighe di acque e soli rotanti ferme di turbinare di vite nei furori accesi di vie ignote inabitate di nomi apocrifi (lo Yhoda, lo Kubilhai Khan, il Prete Gianni); Se, m'accorgo della tua mano ferma, delicata lì, nell'incavo profondo (deep down) di cuore e carne dove l'animale si fa Spirito, o cosa; Se, sento corrermi dentro questa carezza, alla maniera subitanea (shortly) degli angeli e qui goderne, inevitabilmente; Se, di colpo vivo il tuo farti vita il tuo osare oltre i doni di Dio l'Eterna Amante; Allora, solo, mi costruisco di lodi a te, ringraziando semplice (simple), te “Agnello di Dio che...” "In quel tempo, Giovanni, vedendo Gesù venire