Un compleanno per Gesù

Gesù mio, mio Re e Signore
perdonami ma ti ricordo due date che conosci perfettamente e molto meglio di me.


Ieri, il 16 aprile, il tuo Servo e tuo amico Joseph Ratzinger ha compiuto 85 anni; giovedì prossimo, il 19 aprile, Benedetto XVI compirà 7 anni di pontificato, cioè sette anni di lavoro al tuo servizio ed alla tua amicizia. Ecco, mio Re, vorrei ricordare solo la seconda di queste due date.
Infatti la prima è personale ed appartiene alla vita di Joseph Ratzinger alle sue amicizie, ai suoi legami d'amore in capo ai quali ci sei tu, Re buono.
Ma di questo mi è impossibile dire qualsiasi cosa, se non ringraziarti per questa vita e per quello che hai fatto per difenderla dai mali che l'hanno attaccata.


Invece la seconda data mi appartiene.
Certo, Gesù mio, non appartiene solo a me, ma appartiene anche a me.
Quindi "mi" appartiene.
Perché Joseph Ratzinger, eletto alla Cattedra di Pietro come Benedetto XVI, è il "mio" papa.
Infatti l'elezione ed il pontificato di Benedetto è l'evento che ha accompagnato, curato ed aiutato il mio ritorno a te ed al tuo amore.
Ecco, perché io specialmente di questo Papa ti devo ringraziare.




Innanzitutto ti devo ringraziare di una cosa.
Domenica 16, nella mia preghiera delle ore fatta sulla Liturgia di Bose, ho incontrato questo tuo versetto, a noi regalato attraverso Isaia.

«Non ricordate più le cose passate,
non pensate più alle cose antiche!
Ecco, io faccio una cosa nuova:
proprio ora germoglia, non ve ne accorgete?» (Is 43, 18-19)

Ecco, così mi hai fatto capire che Benedetto XVI è il terreno fertile da cui tu stai facendo nascere "cose nuove". 
Per questo molti se la pigliano con lui. Perché sei tu che l'hai scelto e lo guidi per far nascere "cose nuove". E le cose nuove, spesso, non ci piacciono.
Ma ci sono indispensabili.

Così Benedetto XVI ci sta facendo vedere quanto la pazienza cristiana può, quando si pone al tuo servizio e si nutre della Verità, cioè di te mio bellissimo Re.

Per questo, Gesù Signore, ti chiedo di regalare a Benedetto alcune cose che sono tue.
Dagli vita, ma dagliene solo quanta gliene serve per il tuo servizio; non vita tanto per averne ma solo per servirti e fino a che tu lo vorrai al lavoro, qui tra noi.
Donagli lucidità e coraggio, ma non tanto per averne di più o meglio, ma solo quanto ne ha bisogno per il tuo servizio, e per farci vedere come la Verità, cioè tu mio Re, vince sempre.
Gesù mio, regalagli vista acuta in questo nostro mondo afflitto da troppe tenebre ma pure pieno della tua luce, in modo che sempre sappia distinguere le nebbie dell'oggi dalle tenebre del passato.
Gesù Amico Santo, dagli tutta l'umiltà che tu impari dal tuo e nostro Padre perché è solo facendosi terra e concime, è solo diventando sempre più fertilità e fecondità che Benedetto XVI saprà, ancora e sempre, servire Te, suo Re e suo Maestro, dimenticando totalmente se stesso.

Infine, Gesù mio, il regalo più prezioso: donagli una morte nella pace. Preparalo a quando sarà il momento e, in quel punto, tienilo per mano e portalo, tu direttamente, al Cuore ed al Volto di Dio. Perché è stato ed è un tuo buon operaio e ogni operaio ha diritto alla sua mercede. 

Infine facci vedere il Papa come il volto umile dell'amore di Dio per noi, perché così noi possiamo diventare umili mani dell'amore di Dio e lavorare gratuitamente per dare a tutti nel mondo, e ad iniziare dai più poveri, la tua Parola.

Fa così, mio Re, perché desideriamo ringraziarti e ne abbiamo un gran bisogno.

ciao
r

Qui sotto, mio Re, sette fotografie  come piccolo regalo a Benedetto XVI. 
Una per anno di pontificato.






















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