Quaresima 2012 - Via Crucis - Quinta Stazione.


Quaresima 2012 - Via Crucis  - Quinta Stazione.  
Gesù è aiutato da Simone di Cirene.

Introduzione

C. Solo la tua Croce, Signore Gesù, ci consente di conoscere la nostra complicità con il male. Solo vedendo il nostro male appeso a quelle croci a destra ed a sinistra della tua possiamo trovare in te quell’amore che ci fa amare, dentro di noi ed attorno a noi, coloro che vivono di odio e di morte. Per ferire il loro odio, abbattere la loro morte; per fare vita insieme a te.


C. In nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo.
Il Signore Dio, Colui che ci ha amato dal principio sino alla fine, Colui che ha dato la sua vita per amore nostro, sia con tutti noi.


T. E con il nostro spirito.


C. Signore, che cos’è un uomo perché te ne curi?
Un figlio d’uomo perché te ne dia pensiero?


T. Tu sei benedetto, Signore, perché ci ami con tutto te stesso,
Tu sei la Vita. Trasforma in vita anche la nostra pesantezza.
Signore, facci seguire Tuo Figlio Gesù, l’Amante, l’Amato.




C. Una persona qualsiasi ti aiuta a portare la tua Croce, ma è costretta a farlo.
Portare la tua Croce, Signore Gesù, è segno d'amore e di unione al tuo amore, ma è anche segno del disprezzo e dell'odio del mondo. Sono solo i poveri cirenei, le persone anonime, gli indifesi, che ti aiutano a portare la tua Croce. I potenti, o nostro bel Gesù, non li vedrai mai al tuo seguito carichi della tua Croce a seguire il loro Re coperto di sangue e fatica che arranca verso la morte e la sconfitta. Loro, i poveri, non avrebbero scelto di seguirti così, ed avrebbero preferito incontrarti altrove. Eppure sono proprio loro che ti accompagnano e ti aiutano.
Aiutaci a diventare poveri, umili aiuti della tua sofferenza, benedetti sostegni della tua Croce, fedeli amiche ed amici all'unico tuo trono di gloria.

L. "Dopo essersi fatti beffe di lui, lo spogliarono della porpora e gli fecero indossare le sue vesti, poi lo condussero fuori per crocifiggerlo.
Costrinsero a portare la sua croce un tale che passava, un certo Simone di Cirene, che veniva dalla campagna, padre di Alessandro e di Rufo". (Mc. 15,20-21)
T. Signore Gesù, aiutaci ad essere aiuto della tua Croce attraverso la pazienza che usiamo nel portare le nostre croci. Aiutaci a sopportare con pazienza ed amore tutti gli insulti e le offese che subiamo solo perché ci vantiamo di obbedire al tuo amore. Aiutaci ad amare chi ci odia perché portiamo il tuo nome e, quindi, perché odia te, Re grande; rendici capaci di ottenere il tuo amore a loro favore, così da riuscire a cambiare il cuore e la vita di quelli che ci perseguitano.




L."«La nostra recente dichiarazione intende denunciare l’insicurezza crescente, gli abusi di potere a tutti i livelli, in particolare tra le forze di sicurezza. Alcuni elementi si comportano in modo autoritario e commettono violazioni dei diritti umani in tutta impunità» dice padre Joseph Ndoum, cancelliere dell’arcidiocesi di Douala, capitale economica del Camerun, a pochi giorni dalla pubblicazione di un documento a firma di Fidèle Mabegle, vicario generale dell’arcidiocesi, che sta avendo ampio eco sulla stampa africana. L’iniziativa è stata motivata dall’arresto arbitrario, risalente al 24 gennaio, di padre François Marie Gnammi Kasco, parroco di una chiesa della zona dell’aeroporto di Douala. In base alla ricostruzione dei fatti esposta da fonti religiose locali e dai media, padre Kasco è stato prelevato in piena notte da due gendarmi e portato a Yaoundé, la capitale politica, distante più di 300 chilometri, senza alcun mandato di arresto formale. Il prete è stato trattenuto per ore presso la brigata di gendarmeria di ‘Yaoundé-1’ dove avrebbe subito maltrattamenti. Dopo l’allarme dell’arcivescovo di Douala, monsignor Samuel Kleda, sarebbe stato rilasciato; il caso è poi finito in tribunale dove il procedimento nei confronti di padre Kasco, accusato di “manipolazione spirituale” ai danni di una studentessa, è tuttora in corso. «Il caso del nostro confratello, rimasto vittima di rapimento e detenzione arbitraria, è emblematico del comportamento irresponsabile di alcuni esponenti delle forze di sicurezza che, sulla carta, dovrebbero invece essere i garanti della sicurezza e della legge. Quanto subito da padre Kasco, un caso reso noto a tutti poiché membro del clero, è in realtà soltanto la punta dell’iceberg: come lui tanti civili anonimi vengono trattati allo stesso modo» aggiunge il cancelliere dell’arcidiocesi di Douala". (http://www.misna.org/chiesa-e-missione/douala-la-chiesa-denuncia-impunita-e-insicurezza/23-03-2012-813.html)


T. Signore Gesù, aiutaci ad essere aiuto della tua Croce attraverso la pazienza che usiamo nel portare le nostre croci. Aiutaci a sopportare con pazienza ed amore tutti gli insulti e le offese che subiamo solo perché ci vantiamo di obbedire al tuo amore. Aiutaci ad amare chi ci odia perché portiamo il tuo nome e, quindi, perché odia te, Re grande; rendici capaci di ottenere il tuo amore a loro favore, così da riuscire a cambiare il cuore e la vita di quelli che ci perseguitano.




L. «Sorpresa e preoccupazione» sono state espresse in una nota dalla Chiesa ortodossa russa in merito a un caso di discriminazione che ha coinvolto una fedele della comunità in Gran Bretagna. Una parrocchiana della cattedrale dell’Assunzione a Londra, ha riferito l’arciprete della chiesa, Mikhail Dudko — il cui racconto è pubblicato dall’agenzia Interfax-religion — si è infatti dimessa dopo essersi rifiutata di osservare il divieto di indossare una croce durante l’orario di lavoro.
L’arciprete ha aggiunto che la posizione delle autorità governative britanniche che si oppone alla piena libertà di indossare le croci, è accolta a livello locale come «un vero e proprio divieto» e le persone con scarsa conoscenza della lingua e dei vari aspetti sociali della nazione «hanno virtualmente nessuna possibilità di difendere i propri diritti».
Nel Regno Unito sono diversi i casi di lavoratori cristiani che denunciano discriminazione di vario tipo. Si tratta di divieti posti da alcuni datori di lavoro ai propri dipendenti di indossare simboli religiosi, e fra questi il crocifisso. In particolare, due casi che riguardano una hostess e un’infermiera, Nadia Eweida e Shirley Chaplin, sono oggetto di ricorsi presso la Corte europea dei diritti dell’uomo, ma secondo alcune anticipazioni già pubblicate dai media, lo stesso Governo avrebbe espresso l’intenzione di difendere i datori di lavoro, legittimando così le loro disposizioni che vietano ai propri dipendenti di mostrare apertamente la loro appartenenza alla comunità cristiana mentre svolgono le loro mansioni.
La Chiesa ortodossa russa «ha espresso la propria sorpresa per la discriminazione dimostrata dalle autorità statali britanniche, che da un lato vietano di portare la croce battesimale al collo nei luoghi di lavoro, dall’altro mostrano grande tolleranza nei confronti di altri simboli religiosi e non religiosi».
Nella nota, a firma del presidente del Dipartimento sinodale per l’informazione del Patriarcato di Mosca, Vladimir Legoida, è anche aggiunto che «questa da parte delle autorità della Gran Bretagna è motivo di preoccupazione soprattutto in considerazione dell’esistenza, nelle società europee moderne, di tendenze contrarie volte alla liberalizzazione di ogni istinto umano».
Nel concludere, il presidente del Dipartimento sinodale per l’informazione osserva: «Se in una società civile la dimostrazione aperta, non aggressiva della propria appartenenza religiosa non è possibile, allora dobbiamo porci delle domande sulla natura di questa società. Ciò significa che tutte le chiacchiere sulla tolleranza e gli appelli a essa non sono che lettera morta, se non è possibile vivere e mantenere rapporti di buon vicinato senza perdere la propria identità». 24 marzo 2012 (http://www.osservatoreromano.va/portal/dt?JSPTabContainer.setSelected=JSPTabContainer%2FDetail&last=false=&path=/news/religione/2012/070q12-Chi-non-tollera-il-crocifisso.html&title=Chi%20non%20tollera%20il%20crocifisso&locale=it)


T. Signore Gesù, aiutaci ad essere aiuto della tua Croce attraverso la pazienza che usiamo nel portare le nostre croci. Aiutaci a sopportare con pazienza ed amore tutti gli insulti e le offese che subiamo solo perché ci vantiamo di obbedire al tuo amore. Aiutaci ad amare chi ci odia perché portiamo il tuo nome e, quindi, perché odia te, Re grande; rendici capaci di ottenere il tuo amore a loro favore, così da riuscire a cambiare il cuore e la vita di quelli che ci perseguitano.



L. "Mikolo nyonso basi bazali kobongola mokili: «Tutti i giorni la donna cambia il mondo», ci è parso da subito uno slogan da usare non solo l’8 marzo. E questo quel che ci siamo ripetute per tutta la giornata, a Mungbere, piccolo paese del Congo, dove le donne stanno cercando di ritrovare una dignità e una responsabilità nuova per far rispettare i diritti e l’uguaglianza di genere. La Giornata internazionale della donna è senza dubbio un’occasione per fare un bilancio. Ancora oggi molte donne vivono nella povertà e nell’insicurezza, sono abbandonate, vittime della violenza sessuale da parte di molti uomini, soprattutto militari e gruppi di ribelli come abbiamo spesso riscontrato in varie parti della Repubblica Democratica del Congo. Le donne sono diventate, loro malgrado, le armi delle nuove guerre. Molte bambine non hanno accesso alla scuola, i bambini rimangono i più favoriti. Ma ci sono delle donne che hanno avuto il coraggio di far sentire la loro voce nelle decisioni dei grandi, donne che hanno avuto l’ardire di denunciare le ingiustizie, andando anche contro le “regole” della loro tradizione.
Durante la festa abbiamo coinvolto tutta la popolazione, senza distinzione di categoria o etnia, per dare un segno della nostra presenza e della nostra responsabilità in questa società che ci impegna come protagoniste per una liberazione integrale della persona. Erano presenti anche le nostre care sorelle pigmee, fiere di far sentire la loro voce, attraverso il proprio modo di cantare e danzare. Dopo una piccola sfilata, tutte le mamme si sono esibite tra gli applausi e le grida di gioia da parte di tutti gli spettatori, soprattutto delle autorità della zona. Non è una cosa che capita spesso, il più delle volte le donne sono messe da parte, purtroppo considerate ancora genere da sfruttare. Sanno invece vivere la loro cultura con fedeltà e orgoglio, sanno accogliere con umiltà e dignità il nuovo, tutto quello che secondo loro può servire a dare una svolta al loro stile di vita, senza imposizioni. Insieme, abbiamo condiviso quel po’ di cibo che loro stesse avevano portato, discutendo ancora sull’importanza di responsabilizzare le cittadine e i cittadini sulla parità di genere, anche grazie alla condivisione del tempo e della propria cultura". (http://www.combonifem.it/articolo.aspx?a=4897&t=N)


T. Signore Gesù, aiutaci ad essere aiuto della tua Croce attraverso la pazienza che usiamo nel portare le nostre croci. Aiutaci a sopportare con pazienza ed amore tutti gli insulti e le offese che subiamo solo perché ci vantiamo di obbedire al tuo amore. Aiutaci ad amare chi ci odia perché portiamo il tuo nome e, quindi, perché odia te, Re grande; rendici capaci di ottenere il tuo amore a loro favore, così da riuscire a cambiare il cuore e la vita di quelli che ci perseguitano.





C. Signore pietà di noi! Signore, vieni presto in nostro aiuto!  
Salva la nostra vita dalla cieca malvagità dell’egoismo, salva il nostro cuore dalla brutale stupidità del male. Salvaci, Signore Santo, dalla miseria dei nostri cuori che si negano l'un l'altro l'amore del dono di sé, per rinchiuderci a vicenda nella cecità della oppressione, nella negazione della libertà elementare di poterti adorare così come ti sei fatto conoscere da noi. Aiutaci ad amare le differenze e le diversità con cui ti sei mostrato a noi, aiutaci ad accoglierti diversi e differenti, perché tu ci ami proprio nelle nostre diversità e differenze. Aiutaci a donare le nostre vite senza contraccambio, felici di quell'amore che Tu, Signore Santo, ci doni dentro le innumerevoli diversità e ricchezze della vita che tu hai voluto. Fa che ci riconosciamo tutti l'un l'altra tempio del tuo amore così da essere amanti soltanto di quell'amore che è tuo Figlio, l'Amato.


T. Custodiscimi come pupilla degli occhi, Signore, proteggimi all’ombra delle tue ali.


C. Accogli, Signore, la causa del tuo amore e difendilo dalle nostre pigrizie e dalle nostre cecità. Aiutaci a capire che l'amore è libertà e rispetto. Aiutaci a vedere come amore sia accoglimento dell'altra e dell'altro, riconoscimento reciproco delle nostre libertà d'amore. Facci vedere come non dobbiamo negare la vita soltanto perché è diversa da come noi la concepiamo, ma aiutaci a riconoscerla nelle manifestazioni continue del tuo amore e dei tuoi doni. Aiutaci a restare fedeli alle libertà del tuo amore per poterle chiedere a tutte e tutti gli altri come le chiediamo a noi stessi, perché solo così riusciamo ad accogliere il tuo libero amore, il solo che scalda e dona la vita. 


T. Custodiscimi come pupilla degli occhi, Signore, proteggimi all’ombra delle tue ali.


C. Gesù, Re giusto e mite, Re Sposo dell'amore, la tua bellezza oppressa dalla Croce e ferita dalle nostre ferite ha incontrato l'aiuto di un umano qualsiasi. Un povero cireneo, un povero cristo come te,  Re Signore,  ti ha aiutato sulla strada del tuo martirio. 
Gesù, aiutaci a diventare tuo aiuto nella nostra vita, per essere amore che accoglie qualsiasi amore,  pazienza che accoglie ogni impazienza, fedeltà che accoglie ogni infedeltà, per essere il silenzio capace di accettare e sciogliere ogni fracasso. Ti sei offerto come amore per la nostra liberazione, ti sei fatto schiacciare dalla violenza del male di cui siamo capaci; Signore Gesù, aiutaci a sentire il grido degli innumerevoli silenzi in cui consumiamo, ogni giorno, l'olocausto delle nostra libertà d'amore. Aiutaci ad essere liberi per rendere gloria al tuo amore.
Aiutaci, Signore Gesù. Aiutaci a costruire amore con l'amore.


T. Custodiscimi come pupilla degli occhi, Signore, proteggimi all’ombra delle tue ali.




Pater noster, qui es in cælis:
sanctificetur nomen tuum;
adveniat regnum tuum;
fiat voluntas tua, sicut in cælo, et in terra.
Panem nostrum cotidianum da nobis hodie;
et dimitte nobis debita nostra,
sicut et nos dimittimus debitoribus nostris;
et ne nos inducas in tentationem;
sed libera nos a malo.







Quis est homo qui non fleret,
Matrem Christi si videret
in tanto supplicio?































Poesia

19
è un pazzissimo puzzle, proprio, il paesaggio, lì di Gerusalemme:
                                                                                                   e apposta
te l'ha portata, bene inscatolata, il tuo papà, sbriciolata a dovere, che a poco
a poco te la ricomponi, con la pazienza tua, tu, se la vuoi, questa città candita,
candidamente candeggiata, cruda e crudele:
                                                                     e adesso ascolta, mia genitura,
il genitore che ti è tornato per ammonirti, e per dirti così: posso capirmi anche Mosè
e Maometto: (posso, persino, perdonarmeli, guarda): ma a dirci poi cristiani, che vergogna!


Edoardo Sanguineti

ciao
r

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