Una Via Crucis nel mondo


Quaresima 2012 - Via Crucis
La Croce di Cristo è il trionfo di Dio, la Vittoria dell’Amore che ci dà la forza e la libertà di affrontare, dentro di noi ed insieme a tutti noi, amiche e amici nemiche e nemici,  i mali del mondo, i nostri mali. Per farci liberi dal peccato.
Questo cammino lo faremo insieme, mio Re, ripercorrendo la tua strada dolorosa come la tradizione popolare qui da noi l’ha conosciuta e descritta.
E così, insieme a te, conosceremo alcuni mali del mondo e cercheremo di meditare su questi orrori che ci dissanguano della vita che tu ci ha donato. 
Per averla di nuovo, nel perdono amoroso, libera e piena di freschezza.



Introduzione
C. Solo la tua Croce, Signore Gesù, ci consente di conoscere la nostra complicità con il male. Solo vedendo il nostro male appeso a quelle croci a destra ed a sinistra della tua possiamo trovare in te quell’amore che ci fa amare, dentro di noi ed attorno a noi, coloro che vivono di odio e di morte. Per ferire il loro odio, abbattere la loro morte; per fare vita insieme a te.
C. In nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo
C. Il Signore Dio, Colui che ci ha amato dal principio sino alla fine, Colui che ha dato la sua vita per amore nostro, sia con tutti noi.
T. E con il nostro spirito.
C. Signore, che cos’è un uomo perché te ne curi?
Un figlio d’uomo perché te ne dia pensiero?
T. Tu sei benedetto, Signore, perché ci ami con tutto te stesso,
Tu sei la Vita. Trasforma in vita anche la nostra pesantezza.
Signore, facci seguire Tuo Figlio Gesù, l’Amante, l’Amato.




Prima Stazione.
Gesù è condannato a morte.

C. Ti adoriamo o Cristo e ti benediciamo.
A. Perché con la tua Santa Croce hai redento il mondo.


L. “E subito, al mattino, i capi dei sacerdoti, con gli anziani, gli scribi e tutto il sinedrio, dopo aver tenuto consiglio, misero in catene Gesù, lo portarono via e lo consegnarono a Pilato. Pilato gli domandò: «Tu sei il re dei Giudei?». Ed egli rispose: «Tu lo dici». I capi dei sacerdoti lo accusavano di molte cose. Pilato lo interrogò di nuovo dicendo: «Non rispondi nulla? Vedi di quante cose ti accusano!». Ma Gesù non rispose più nulla, tanto che Pilato rimase stupito.
Lo consegnò perché fosse crocifisso. 
(...) Pilato disse loro: «Che cosa volete dunque che io faccia di quello che voi chiamate il re dei Giudei?». Ed essi di nuovo gridarono: «Crocifiggilo!». Pilato diceva loro: «Che male ha fatto?». Ma essi gridarono più forte: «Crocifiggilo!». Pilato, volendo dare soddisfazione alla folla, rimise in libertà per loro Barabba e, dopo aver fatto flagellare Gesù, lo consegnò perché fosse crocifisso.” (Mc 15,1-15)
C. Signore Gesù, ti hanno condannato a morte perché sei Re. Pilato non sapeva vedere il tuo Regno, e per questo ti ha condannato a morte. Così anche noi, Gesù: ancora non riusciamo a vedere il tuo Regno e quindi non riusciamo a reagire al male che è attorno a noi e dentro di noi.



L. “Le mimose, certo. In verità sappiamo sempre meno che cosa fare, noi uomini, l'otto marzo. Le mimose poi, serre liguri a parte, sono gli agnelli del regno vegetale. Possiamo dedicare questa data a una bambina mai nata.
Una di cento milioni, forse duecento, che negli ultimi decenni non sono nate a causa dell'aborto forzato: da una legge di Stato o da un costume patriarcale o dalla loro combinazione. Ma cento milioni, forse duecento, fanno troppa impressione, cioè poca. Bisognerebbe guardarne una, una bambina del Punjab o dello Shanxi, e proporsi di strapparla alla sua speciale condanna a morte. C'è un'Italia che vanta il proprio impegno internazionale contro la pena di morte, c'è Nessuno tocchi Caino, c'è Sant'Egidio. Non c'è niente di paragonabile per un'infamia enorme come la cancellazione delle bambine: abortite a forza, affogate alla nascita, lasciate attaccate al cordone ombelicale a infettarsi, buttate in una discarica o in un rigagnolo di strada. Perché?” 
(Adriano Sofri, La Repubblica, 8 marzo 2010 in ... http://www.repubblica.it/cronaca/2010/03/08/news/bambine_mai_nate-2550111/)



L. “In Gran Bretagna esistono medici disposti a fare carte false, letteralmente, per permettere alle loro clienti di abortire se scontente del sesso del nascituro. Clienti, non pazienti, perché il tutto avviene dietro lauto compenso, e perché in questi casi ci vuole fegato a distinguere il camice bianco di un medico dal grembiule di un macellaio. Non è una novità, si dirà: le riviste scientifiche del pianeta denunciano da decenni il feticidio femminile praticato in molti Paesi – tutti quelli in cui nascere donna è considerato più grave di una malattia – e tra India e Cina l’Onu calcola che manchino all’appello della vita oltre cento milioni di donne, recise all’origine proprio in quanto donne. 
Ma è una novità che questo avvenga nella civilissima Europa e nella ancor più civile Gran Bretagna, per di più per mano di medici del servizio sanitario nazionale. (...)
Nella "progressista" Svezia la Commissione nazionale del Welfare, di fronte al dilemma se permettere a una madre di abortire poiché altrimenti avrebbe generato per la terza volta una bambina anziché il sospirato maschio, ha dato il via libera, in quanto nel diritto svedese l’aborto fino alla diciottesima settimana è sempre lecito... Per legge, dunque, la pretesa della signora era inattaccabile, ma la direzione sanitaria dell’ospedale trovava imbarazzante il contrasto tra un diritto inalienabile, quello di una donna di abortire, e un altro diritto ancor più inalienabile, quello di un’altra donna – sua figlia – di poter vivere "nonostante" sia femmina. E la legge del più forte ha prevalso.”
(Lucia Bellaspiga, La selezione delle bambine ora ha contagiato il nord Europa, Avvenire del 24 febbraio 2012 in http://www.avvenire.it/Commenti/Pagine/la-selezione-delle-bambine-ora-ha-contagiato-il-Nordeuropa.aspx




C. Signore pietà di noi! Signore, vieni presto in nostro aiuto!  
Salva la nostra vita dalla cieca idiozia dell’egoismo, salvo il nostro cuore dalla corta stupidità del male. Salvaci, Signore Santo, dalla miseria dei nostri cuori di pietra e facci accogliere con gioia ogni nuova vita che arriva.
T. Custodiscimi come pupilla degli occhi, Signore, proteggimi all’ombra delle tue ali.

C. Accogli, Signore, la causa del debole, proteggi la vita del povero. Aiuta le donne a vivere, impedisci gli omicidi contro di loro. Fammi impedire, Signore, la violenza contro le donne e la strage di genere che nel mondo si sta moltiplicando. Rendimi capaci di evitare ogni barbarie dovuta all’egoismo.
T. Custodiscimi come pupilla degli occhi, Signore, proteggimi all’ombra delle tue ali.

C Gesù, Re giusto e mite, tu sei stato condannato dalla brutale violenza di cui siamo capaci, violenza che noi provochiamo senza renderci conto di quello che stiamo facendo, ciechi e sordi alle urla di dolore del le persone sofferenti per il male che provochiamo a loro. Aiutaci, Signore Gesù! Dall’alto della tua Croce aiutaci, Signore, ad essere pace, ad essere perdono, ad essere accoglienza.
T. Custodiscimi come pupilla degli occhi, Signore, proteggimi all’ombra delle tue ali.

T. Pater noster, qui es in cælis:
sanctificetur nomen tuum;
adveniat regnum tuum;
fiat voluntas tua, sicut in cælo, et in terra.
Panem nostrum cotidianum da nobis hodie;
et dimitte nobis debita nostra,
sicut et nos dimittimus debitoribus nostris;
et ne nos inducas in tentationem;
sed libera nos a malo.



Stabat mater dolorosa,
iuxta crucem lacrimosa,
dum pendebat Filius.



Poesia
L’ora impaurita
In grembo al firmamento
Erra strana.
Una fuliggine
Lilla corona i monti,
Fu l’ultimo grido a smarrirsi.
Penelopi innumeri, astri
Vi riabbraccia il Signore
 (Ah, cecità!
Frana delle notti ...)
E riporge l’Olimpo
Fiore eterno di sonno.
(G. Ungaretti, Fine di Crono, 1925)

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